Caro Gian
Vuoi per una crisi economica, spirituale, globale o personale, nella vita ci sono momenti particolari dove si sente impellente la necessità di resettare e di fare i conti e l’inventario delle proprie azioni. Rammaricato mi chiedevo come mai nel mio intenso vissuto io non ho mai potuto dire Grazie a Qualcuno che mi abbia aiutato nelle difficoltà; è pur vero che bisogna meritarselo questo aiuto, ma poi ricredendomi ho pensato a te Gian e seppur nei tempi supplementari, per riconoscenza mi sono trovato al tuo capezzale all’Ospedale proprio nei giorni del febbrile passaggio consegna, Tuo e degli edifici, con le telecamere in corsia, assurdo come se il dolore e la sofferenza fossero teatro o ricerca di primato; Tu solito diverso sei uno dei pochi che non ha effettuato lo storico trasloco ma dal Papa Giovanni ci sei voluto andare comunque, e come ti è di indole, senza tanti fronzoli in modo diretto.
Quella mia silenziosa Presenza, è stato il mio semplice e sentito Grazie.
Alla Tua Funzione poi, ironia della sorte per una serie di fortuite circostanze mi sono trovato proprio a meno di 1 metro dal leggio, addirittura confuso tra i tuoi Cari che commossi si alternavano nel cercare le parole più adatte per manifestare ai presenti quanto ti hanno voluto bene.
Tanta era la voglia di esprimerti questo mio grazie, ma non ho voluto invadere l’intimità di quell’Assemblea così raccolta, di quelle Persone che ti sono state vicine per una vita, mentre io di fatto, a confronto ero solo un semplice estraneo . Certo che se uno sconosciuto sente il bisogno di scriverti per ringraziarti caro Gian, tu devi essere stato veramente una persona speciale.
Data la tua particolare situazione, la limitata capacità di movimento, mi raccontavi che tu eri un po’ come il “capo” e ti esprimevi e agivi proprio grazie alle tue membra, e cioè i tuoi dipendenti, parenti in primis, che di fatto sottolineavi ..Sono coloro che mi hanno reso quello che Sono.. una persona seppur provata dagli eventi, comunque serena e felice e questo di fatto era anche il segreto del tuo successo Aziendale…ora dunque come dirti Grazie senza rivolgermi pure all’Assemblea ai tuoi Cari ? E con quali parole ?
…ecco dunque il perché del mio scritto
Aperta la causa risarcimento dei miei figli gemelli disabili contro L’Ente Ospedaliero Bg subito mi trovo in un turbinio di angoscianti eventi che culminano con il licenziato e la separazione. Infermiere Professionale lavoravo nella Medicina dello Sport dove visitavo per l’idoneità sportiva, pure i tuoi idoli atalantini, (Bergamo è piccola) per me si chiusero tutte le porte e dopo tanto peregrinare solo Tu Gian, ridandomi fiducia e dignità mi offristi un lavoro nella tua suinicola.
Inserito in un mondo totalmente diverso, scoprivo comunque similitudini e affinità,come x esempio nel comprendere che certi comportamenti tra le bestie e l’uomo non erano poi così tanto diversi anzi erano molto affini in particolare quello dei giocatori viziati, scambiati per miti o peggio..x Doni
Tifoso sportivo, tra un commento all’altro, non tralasciavi di citarmi pure Plinio il Vecchio …in realtà non c’è nessun male che non abbia qualcosa di buono..
Deluso dal calcio professionale malato d’overdose valutaria, preferivi seguire la serie C, i dilettanti, e perfino mi citavi a memoria le formazioni di diverse squadre giovanili, mi confidavi che era un modo per sublimare la tua sofferenza la tua ridotta capacità di movimento..nondimeno pure tu eri sempre in viaggio e se non in suole ne hai consumate e lisciate di gomme dopo quel tragico giorno
I liutai della tua Bassa, usano il legno delle nostre Valli specie dei boschi di Lavina Imagna del tuo nonno “americano” Battista, per ricavarne l’involucro dei violini, selezionano il tronco che più a sofferto le intemperie, perché percuote e vibra meglio..ora con la tua Lauretta chissà quali armonie.
Tenace coriaceo montanaro, aperto cordiale padano, così hai costruito il tuo Impero la tua Autorità
Fedele alla tua singolare vita, sei venuto a mancare proprio nella notte + lunga o nel giorno + corto?
E’ difficile anzi impossibile descrivere a parole i propri sentimenti, immaginate la Grazia Divina o il suo Creato, è così che si rincorre al mito o alla narrazione; per esempio nel descrivere la volta celeste a me piace paragonarla ad un colabrodo, dai suoi fori risplendono le stelle. Il solstizio invernale non è certo stagione ideale per mirar le stelle, ma è pur vero che l’essenziale non si vede bene che con il cuore.. ed io scrutando Alto, vedo due nuovi raggi molto vicini quasi mescolati e brillanti con la stella + piccina che sembra far da guida. Torno x terra scruto l’Assemblea e grazie a Gian accolgo un’altra lezione..è un bestemmia non ringraziare o benedire anche il solo giorno che nasce, e che nessuno cresce solo. Tutti i Presenti qui, ti hanno permesso di Essere quello che Sei Gian, e perciò dovrei rivolgere pure a loro il mio grazie, in particolare a Lauretta, Marco, ma soprattutto a Carla grazie alle loro raccomandazioni, anzi “spinte” di fatto ora sei arrivato così in Alto… ma nel contempo così Vicino a noi ciaoly